Vacanza a Samos isola della Grecia

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Sottotitolo: come sono tornato ad essere un turista fai da te.

Prima di avere figli le vacanze erano solo in moto: in giro per l’Europa, senza mete precise, si andava dove portava la strada, fermandosi dove piaceva. Ma erano tempi antichi, usavo le cartine stradali e internet era solo un progetto. Poi arrivò la prima figlia e, viste le difficoltà di omologazione del sidecar in Italia, andai per la prima volta in quel luogo ameno che è l’agenzia viaggi. Figata! Tu entri dici “mare bello bello, hotel sulla spiaggia, costa poco, ecc.” e loro -taaaac- ti trovano la vacanza perfetta. Poi arrivarono Expedia, Booking, Tripadvisor e cominciai subito ad usarli… con una sola eccezione: le vacanze estive. Per quelle continuai ad andare in agenzia… fino a Samos.

In realtà ho frequentato solo due agenzie in vita mia. La prima, di amiche subacquee, fino al viaggio di nozze, durante il quale ci hanno fatto passare un’esperienza indimenticabile… in senso negativo. La seconda fino a Samos, appunto.

Ma veniamo al racconto.

Avendo scelto questa suggestiva isola greca arriviamo nella piccola struttura prenotata. Passiamo la prima notte in bianco a causa delle vibrazioni dello split esterno del condizionatore (dei vicini), talmente rumoroso da non permetterci di dormire. Alla vana richiesta di trovarci una soluzione capisco subito che le cose stanno prendendo una brutta piega: da bravo blogger comincio immediatamente a scrivere in tempo reale tutto ciò che sta accadendo sulla mia pagina. Per chi fosse interessato ecco il link all’articolo recensione su Chris Apartment di Samos. Per farla breve, mi ritrovo per la prima volta su un’isola greca con famiglia e bagagli per strada (ce ne sarà una seconda dopo qualche anno che racconterò). Grazie a Booking risolvo i miei problemi in una giornata trovando un appartamento fighissimo. Da quella volta in poi anche per le vacanze estive mai più agenzia e sono tornato al fai da te, ovviamente con tutti gli sbattimenti del caso. Guarda caso è stato anche l’anno di iscrizione a questo gruppo.

Ma torniamo a noi. Persi i primi due giorni per l’alloggio e noleggiata l’auto, inizia la vacanza. Siamo stati più volte in isole greche e di norma la “routine  vacanziera” è sempre la stessa: mattina colazione, preparazione panini per il pranzo e via, partenza per esplorare strani nuovi mondi alla ricerca di nuove forme di vita e di nuove civiltà per arrivare coraggiosamente là dove nessuno è mai giunto prima! Ehm… no, vabbè, quello era Star Trek. Comunque il filo conduttore è quello: cercare ogni giorno una spiaggetta diversa, qualcosa da visitare, cenare la sera in un ristorantino tipico e tornare infine alla base. Diciamo che non siamo mai stati tipi da villaggio, ombrellone, piscina, gioco aperitivo, animazione, ecc. Nulla di male per chi lo fa, ma io fermo nello stesso posto per più di un giorno vado fuori di testa.

Ma parliamo di Samos. Tra le tante isole greche visitate è a mio parere quella con le spiagge più belle, in particolare per le famiglie. Ci sono sia spiagge libere, le mie preferite, che attrezzate, anche queste però molto tranquille e con gli ombrelloni ben distanziati.

Di base eravamo sulla costa sud ovest a Marathokampos, sulla Kampos Beach

Come spigato prima, avevo trovato su Booking un delizioso appartamento molto grande su una stradina che dava direttamente sulla grande spiaggia. Il posto si chiama Studios Calvinos e i proprietari, davvero gentili, ci portavano quotidianamente frutta fresca, verdura e una squisita torta fatta in casa. Posto pulito, tranquillo e ideale per una famiglia. Tra il resto c’erano due stanze da letto separate e distanti: se ne parla poco, ma in vacanza un po’ di privacy non guasta proprio.

Samos è un’isola di media grandezza tra quelle greche e offre un territorio mediterraneo piuttosto variegato: mi piace molto vedere la montagna che degrada lentamente nel mare, sentire i profumi tipici della macchia mediterranea, perdermi tra i colori che sfumano prima nel color sabbia e poi nell’intenso turchese del mare. È oltretutto nota per aver dato i natali al famoso Pitagora, quello del Teorema: c’è infatti una grotta, in cui si dice abbia vissuto, che merita decisamente una visita. Se decidete di avventurarvici, consiglio vivamente di attrezzarvi con scarpe chiuse da ginnastica, perché la salita è talvolta un po’ ripida e anche dove sono presenti degli scalini di pietra questi sono piuttosto consunti dal tempo e quindi scivolosi. Sulla strada ci si imbatte nel Manolis Honey & Herbs, un simpatico personaggio greco che vende, in un negoziato improvvisato ma suggestivo, erbe, spezie e altre specialità dell’isola. Nel locale del parcheggio si può invece acquistare come souvenir l’altrettanto famosa Coppa di Pitagora, un divertente oggetto in argilla da tenere in casa per stupire gli amici. La grotta in sé non è nulla di speciale, ma merita una visita anche solo per il simpatico Manolis e il buon Pitagora.

Sempre in tema Pitagora, vale la visita anche la cittadina di Pythagoreio, in particolare il porto con le caratteristiche barche colorate, l’area archeologica e la cappelgrotta della Madonna della Grotta, alla quale si accede dall’omonimo monastero.. 

Delizioso anche il paesino di Kokkari: con la luce giusta, magari verso il tramonto, vi sembrerà di essere dentro una cartolina. Davvero suggestivo e non così esasperatamente turistico come talvolta risultano essere certi paesini ellenici. Ma è una sensazione che, ammetto, si respira sull’intera isola.

Tra le spiagge più belle che abbiamo visitato ci sono Potami Beach, Mikro Setani, Agios Kostantinos, Votsalakia, Kaladakia Beach, particolare per la serie di grotte e anfratti in cui andare in esplorazione, e la suggestiva Pappas Beach, una spiaggia attrezzata con ristorante bar davvero suggestiva, in quanto disposta su una sorta di gradini naturali. La spiaggia che mi è piaciuta di più è quella di Kasonisi, una piccola isoletta con un canale bellissimo. Non c’è spiaggia di sabbia e bisogna camminare un po’ per raggiungerla, ma poi sembra proprio di stare in un luogo idilliaco.

Per vivere qualche ora di avventura, nei pressi del paese di Karlovassi ci si può addentrare nella folta vegetazione attraversata da un piccolo torrente che viene alimentato dalle cascate di Potami. Si può nuotare nei laghetti che esse formano e risalire il corso d’acqua anche con l’aiuto di funi e corde. In zona si può anche visitare la Metamorfosi del Salvatore, la chiesa più antica di Samos, un vero gioiello. Sempre per i più avventurosi, nell’entroterra di Marathokampos c’è un’altra spettacolare cappelgrotta raggiungibile tramite 40 scalini ritagliati nella roccia: la chiesa segna l’accesso ad una serie di caverne che affacciano sul baratro di Sarantaskaliotissa, tutte parzialmente percorribili e visitabili, ovviamente con le dovute accortezze. Se il pericolo è il vostro mestiere, ci sono brevi percorsi in cui arrampicarsi per accedere a punti panoramici straordinari. Credo che sia stato proprio durante uno di questi percorsi che mia moglie, che di solito in vacanza gira in infradito, abbia deciso di non girare mai più senza scarpe adeguate nello zaino: se non ricordo male in discesa è rimasta appesa ad una roccia con le ciabatte che avevano già raggiunto il terreno sottostante.

Tra le cose da vedere nell’isola c’è il sito archeologico con le rovine di Heraion, patrimonio Unesco, con l’iconica colonna unica rimasta in piedi.

Merita una visita anche l’acquedotto di Eupalino, un’opera ingegneristica incredibile per i tempi che fungeva da fonte di acqua per la città di Pythagoreion. Sottolineo che c’è un’età minima per l’accesso: mio figlio, che all’epoca aveva 8 anni, non è potuto entrare, perché temono che i bambini possano spaventarsi nel percorrere una galleria così lunga scavata nella roccia. A nulla sono valse le sue proteste -“Io ho visto le catacombe di Parigi, e non mi sono mica spaventato!!!”-: è dovuto restare fuori con la mamma mentre io procedevo alla visita con sua sorella.

Infine il posto più suggestivo di tutti, che non a caso si chiama Taverna At end of the world (Taverna alla fine del mondo): si trova nei pressi di Limnionas e si raggiunge tramite una stretta stradina sterrata. Si può scendere anche fino al mare attraverso un terrazzamento che deve essere stato costruito per qualche scopo e poi abbandonato. Purtroppo la taverna ora risulta chiusa definitivamente. 

Per il mangiare, come sempre nelle isole greche ci siamo trovati benissimo: prezzi buoni e qualità casalinga.

A parte la disavventura iniziale la vacanza è stata piacevole e rilassante, grazie anche alla particolare tipicità di questa bella isola greca.

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