Viaggio a Manhattan New York

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Per un compleanno a cifra tonda di mia moglie abbiamo passato la Pasqua 2023 a New York. 7 giorni dal 5 al 12 aprile. Volo da Milano con ITA Airways. Con noi figlio tredicenne.
Innanzitutto si fa presto a dire New York. È una metropoli e la sua parte più famosa è Manhattan dove si concentrano i luoghi principali da visitare. 7 giorni bastano appena e considerando tutto quello che c’è da vedere non bastano assolutamente soprattutto se si vuole visitare per bene l’uno o l’altro museo.

Clicca qui per guardare il foto album del Viaggio a Manhattan


Ma partiamo dal volo, da ricordare di fare l’ESTA online per l’ingresso negli Stati Uniti e alla data di aprile 2023 era necessario avere il green pass per entrare.
Era la nostra prima volta a NY per cui tutte le info sono da considerare da turisti inesperti fai da te.
Alloggio
Un mio amico che abita a New York mi ha subito consigliato di trovare un alloggio in centro cioè proprio a Manhattan, costa un po’ di più però si risparmia poi in trasporti e tempo. Guardando su Booking gli alloggi più economici sono quasi tutti fuori Manhattan ma fortunatamente ho trovato un Hotel praticamente subito sotto Central Park, dietro al MoMA. Le recensioni non erano granché ma bisogna saper leggere anche queste. Si chiama Shoreham Hotel ****. Una struttura un po’ datata ma pulita e ordinata. Non c’era il frigo in camera, neppure un bollitore e colazione non disponbile (in compenso c’è un piccolo market con macchina del caffè Starbucks) ma per il resto ci siamo trovati benissimo. Personale molto gentile ma il fattore vincente era proprio la posizione.
Abbiamo prenotato volo e alloggio tramite Lastminute. Da ricordare che negli USA è necessaria la assicurazione sanitaria. Ho fatto quello proposta da Lastimute poi per scrupolo ho fatto pure la Columbus che ha massimali più alti.
Trasporti
Dall’aeroporto un treno navetta (Airtrain) porta direttamente alla stazione Giamaica e da lì ci si innesta nel complesso ma efficientissimo circuito Metro di NY. Per orientarsi basta usare Google Maps e seguire le indicazioni dei trasporti pubblici. Dopo aver capito il sistema a numeri e punti cardinali diventa tutto abbastanza semplice. Per pagare il sistema più usato è la Metrocard ricaricabile oppure fare abbonamenti settimanali. Ho scoperto dopo i primi giorni che se si ha la carta di credito abilitata sul cellulare basta usare il contactless (sistema OMNY) per pagare senza costi o commissioni aggiuntive. Il costo di ogni corsa (vai dove vuoi ed è valida fino a che non esci dalla Metro) è di 2,75$ a testa. Da valutare se conviene prendere la Metrocard unlimited da 7 gg che costa sui 33$ a testa. Noi abbiamo usato la Metro solo 1 volta al giorno per cui non sarebbe convenuto farla. In sintesi muoversi con i mezzi pubblici è molto semplice ed economico.
Valuta
Appena arrivato ho fatto l’errore di ritirare dal bancomat dei dollari. Potevo anche farne a meno, qui accettano le carte e i pagamenti contactless ovunque. Persino gli artisti di strada hanno un QR code che riporta ad un sito dove fare delle donazioni. Trovavo piuttosto difficile contare le monetine che non riportano in grande il valore come gli euro…alla bisogna io aprivo la mano piena di monetine e facevo pescare ai locali.
Telefonia
Si trova il WiFi libero ovunque, ad esempio negli Starbucks che sono dappertutto. Io comunque ho attivato l’opzione TIM USA/mondo per circa 12 euro al mese con un tot di GB per star tranquillo. Idem per mia moglie. Per mio figlio che ha Iliad non c’è l’opzione come per TIM per cui lui usava solo WiFi. Inizialmente ho pensato di prendergli una scheda locale per il non si sa mai, se si dovesse perdere. Alla fine gli ho piazzato un AirTag in tasca.
Pass attrazioni
Gli ingressi alle varie attrazioni siano essi grattacieli o altro sono parecchio costosi come del resto tutto a New York per cui conviene fare un Pass che comprenda un certo numero di ingressi. Dopo aver valutato le varie opzioni, googlando ci sono siti che fanno dei bei paragoni tra i vari pass, abbiamo scelto il Go City Explorer con 10 attrazioni incluse, 700 $ per tre persone, era il più economico tra quelli di nostro interesse. Con il pass viene fornita una utilissima guida in pdf che spiega nel dettaglio come prenotare, se possibile, ogni singola attrazione, dove e come fare la coda, il link da usare per le prenotazioni triate pass, ecc. Non tutte sono prenotabili online, alcune solo recandosi sul posto, magari la mattina per la sera. Altre, come ad esempio la Statua della Libertà, vanno prenotate con largo…largo…largo anticipo. Noi non siamo riusciti nonostante mancassero quasi 3 mesi.
Meteo
La primavera di New York è come la primavera a Bolzano (che paragone eh). Si passa dall’inverno all’estate in qualche ora. Se c’è il sole maniche corte, se è nuvolo piumino e berretto. Difatti si vedevano persone girare con abbigliamenti piuttosto disparati.
Adattatori elettrici
Servono gli adattatori per le prese USA a piattina, su Amazon se ne trovano di tutti i tipi. Io mi porto dietro sempre anche una prolunga e una ciabatta multipresa. Occhio al voltaggio perché lì vanno a 120 V ma la maggior parte dei dispositivi da viaggio (caricabatterie, telefoni, fotocamere ecc,) è compatibile.
Prezzi
Fuori di testa, costa tutto uno sproposito rispetto all’Italia, a parte la frutta che costa decisamente di meno. Da un ambulante ho però comperato un banana per 30 centesimi, non ci volevo credere. Occhio ai baracchini che applicano prezzi molto “flessibili”. Per un Pretzel si va dai 3 ai 7 $.
Market
Si trovano abbastanza di frequente e con spesso annessa la farmacia. La cosa che però mi ha lasciato più basito e che non tutti espongono i prezzi su tutti i prodotto o sui relativi cartellini. Cosa per me inconcepibile dato che in Italia sono abituato pure a guardare il prezzo al Kg nei supermercati. Il prezzo o lo chiedevi alla cassa o lo scoprivi sul conto…sempre salato (banane a parte).
Mangiare
Per non perdere troppo tempo non abbiamo frequentato molto i ristoranti. Ci si arrangiava un po’ alla bene e meglio. Ad ogni dove ci sono baracchini coloratissimi con Hot Dog, Pretzel ecc. ecc. Ma non mi attiravano neanche un po’. Anche qui basta seguire le recensioni su Google Maps o Tripadvisor a seconda dei propri gusti. Ci sono poi posti come a Dumbo o Chelsea Market che sono una sorta di centro commerciale culinario dove ci sono cucine espresso di vario tipo.
Mance
Da considerare che qui la mancia è d’obbligo soprattutto nei ristoranti in quanto la paga dei camerieri si basa proprio su quello. 15% o 20% minimo. Anche pagando con sistemi elettronici sul dispositivo è preimpostato l’importo da scegliere per dare la mancia.
Maria, maria, maria.
La cannabis è legale nello stato di New York per cui girando non meravigliatevi se la trovate ovunque ma soprattutto se ne sentirete ovunque il tipico profumo.
Topi
La sera le strade di Manhattan si riempiono di centinaia di sacchi delle immondizie e in mezzo a questi non è insolito vederci in mezzo un bel po’ di topolini in cerca di cibo.
Sicurezza
Mai avuto problemi, si vede polizia praticamente ovunque.
Turisti per caso
Essendo la nostra prima volta a Manhattan abbiamo commesso un errore forse comune a molti: voler visitare troppe cose. Come dicevo all’inizio 7 giorni non bastano. Inoltre a parte i luoghi da visitare ci piace girare e vivere i posti che visitiamo, il che significa girare molto a piedi. Stando al mio orologio ho fatto 204.000 passi pari a circa 140 km ovvero 20 km al giorno. La Metro la prendevamo o alla sera al ritorno se eravamo a Lower Manhattan (parte bassa) o al mattino per spostarci. Anche se pesante non mi pento mai di questa scelta perché trovo veramente affascinante girare a piedi. Girando a piedi ci sono ovviamente una infinità di semafori pedonali da superare. I tempi di attesa sono brevi e dopo un po’ si comincia a fare come i newyorkesi, anche se rosso si passa lo stesso basta che non arrivi nessuno. Ricordo lo stesso sistema a Parigi. Girare a New York è spesso come entrare in un film o in una serie tv. Dal momento che si mette piede nella Metro è tutto un déjà vu. Ovunque volgi lo sguardo c’è qualcosa di riconoscibile, i grattacieli, i taxi gialli, il vapore che esce dai tombini, il rumore tipico delle sirene, il frenetico movimento di gente, l’architettura tipica, lo skyline, la multietnicità, le stazioni della Metro, i nomi delle strade, le luci di Times Square ecc. È tutto incredibilmente pazzesco, grande, smisurato, soprattutto quando alzi la testa e volgi lo sguardo al cielo coperto dalle linee di fuga prospettiche dei grattacieli. Poi c’è quella irreale oasi di verde che è Central Park. Un rettangolo di natura che esalta ancora di più la cementificazione verticale da cui è circondato. Un attimo prima sei in mezzo a dei rumori assordanti di traffico, cantieri, sirene e poi con pochi passi ti ritrovi ad accarezzare uno scoiattolino in un bosco che viene in cerca di qualcosa da mangiare. Anche a Central Park sono tutti di corsa ma questa volta per correre proprio. È qualcosa di più di un polmone verde, è un momento di umanità in una città che sembra proprio non averne più. New York è il mondo e allo stesso tempo è fuori dal mondo.

Giorno zero l’arrivo

Siamo arrivati nel tardo pomeriggio e dopo aver depositato le valigie siamo subito andati a Times Square. Stava piovendo leggermente ma la nebbia che celava le vette dei grattacieli rendeva tutto quasi magico e misterioso. Per noi era come se fossero le due di notte ma ci siamo abituati subito al nuovo orario, diversamente dal ritorno dove son serviti più giorni per tornare a regime, complice anche la stanchezza.
L’impatto con Times Square è stato surreale. Innanzitutto mi immaginavo una grande piazza invece è una via piuttosto larga. Qui quello che ti lascia a bocca aperta sono i billboard ovvero i panelli pubblicitari enormi. Ad ogni secondo che passa la piazza cambia aspetto, colore e forma. Quando sei in mezzo è quasi impossibile trovare dei punti di riferimento da tanto che cambia aspetto a seconda delle immagini visualizzate. Ancora una volta si alza lo sguardo verso il cielo a cercare un grattacielo o una insegna nota. Allora ritrovi la bussola e la direzione.
Prima sera a New York e già hai capito cosa è una metropoli, cosa è Manhattan, una città dai mille contrasti.

Giorno 1

Un cielo terso dalla pioggia del giorno prima ci da il buongiorno. Sono le 9 e già siamo sulla via di Central Park, la nostra prima tappa. Come ho scritto prima qui lo spettacolo è guardare lo Skyline incorniciato dal cielo e dal parco. Avevamo una mezza intenzione di portarci la “roba da corsa” e farci di corsa il giro di Central Park ma ci avrebbe portato via troppo tempo utile, sarà per la prossima volta.
Primo museo che abbiamo visitato è il Guggenheim proprio ai bordi del parco. La prima impressione è stata: ma è piccolissimo! In effetti dalle foto sembra molto più grande invece è un edificio modesto nelle dimensioni ma superlativo nelle forme. Lo si visita più per vedere la struttura che quello che c’è dentro. È un capolavoro di forme e di concezione museale. Punto. Ma del resto Wright era un genio. Altro punto. In un paio d’ore si visita tranquillamente. Tornati nel parco siamo passati davanti al famoso Zoo e benché non sia un amante di questi luoghi devo dire che è piuttosto suggestivo e sicuramente bello per i più giovani. Se poi penso che è l’unico modo per molti newyorkesi di entrare in contatto con la natura capisco quanto sia importante questo luogo. Non troverete la giraffa o il leone di Madagascar ma in compenso ci sono i pinguini…carini e coccolosi. Ci dirigiamo verso l’East River e ci troviamo di fronte alla funicolare che porta a Roosevelt Island dove non c’è proprio nulla da vedere. Il bello è proprio il percorso sulla funicolare assolutamente da non perdere.

Giorno 2

Andare a Manhattan e non andare sulla cima di un grattacielo è un vero peccato perché dall’alto si gode di una vista stupenda. Ce ne sono di diversi dove si può salire e sono organizzati come vere e proprie attrazioni di parco divertimenti…foto ricordo, presentazioni multimediali, esperienze particolari, ecc. Noi li abbiamo fatti più o meno tutti. Si può pensare che sia ridondante ma in effetti no per diversi motivi: il primo è il meteo, non è detto che sia bello e inoltre consiglio di sceglierne uno di giorno, uno al tramonto e uno di notte. Per gli appassionati di fotografia come me è decisamente esaltante. Il primo grattacielo è stato The Edge che si distingue per una piattaforma a sbalzo con tanto di finestra vetrata sul fondo che da nel vuoto. Bellissima vista e soprattutto bello perché all’aperto, non tutti lo sono. Si gode però solo della vista verso Lower Manhattan e non verso Central Park.
Tappa successiva l’Intrepid Sea-Air-Space Museum ovvero una portaerei dismessa adibita a museo. Merita per la quantità di materiale esposto e per la possibilità di entrare all’interno di questo enorme gigante del mare. Consigliato soprattutto per i più giovani che non rimarranno delusi.
Sulla via del ritorno ci siamo imbattuti nel museo delle cere Madame Tussauds che non era in programma ma poi abbiamo deciso di entrarci e ne è valsa la pena. Impressionante il realismo delle opere alle quali puoi avvicinarti senza problemi ed è piuttosto divertente. All’interno ci sono varie stanze a tema con svariati personaggi, cantanti, attori, personaggi Marvel, ecc. C’è anche la Regina Elisabetta e secondo me è proprio lei, immortale più che mai. Adattissimo per bambini e non solo. Infine altro passaggio per Times Square nell’ora blu, sempre più surreale e pazzesca. I billboard hanno un effetto ipnotico, potresti stare lì a guardarli per ore.

Giorno 3

Giornata splendida e limpidissima per salire sul mitico Empire State Building raggiunto sempre a piedi passando per le bellissime vie del centro e il famoso Bryant Park. Le oasi verdi in mezzo a questa città fatta di mattoni, ferro, vetro e cemento sono assolutamente da visitare. L’Empire è decisamente il punto di osservazione più bello e strategico, all’aperto e senza vetrate per cui ottimo per fotografare. Qui si trovano gli iconici cannocchiali dalla forma che ricorda un gufo. Il palazzo è stupendo, si passa anche nell’atrio e si rimane a bocca aperta per l’incredibile bellezza dello stile architettonico. Avessi dovuto scegliere un unico punto dove salire avrei scelto questo, senza dubbio. Entrando nell’Empire viene quasi spontaneo ascoltare nella testa la splendida Empire State Of Mind di Jay-Z e Alicia Keys…sappiate che la sentirete ovunque ci sono punti vendita di ricordi per turisti, alla fine vi uscirà dalle orecchie. Finita la visita ci siamo diretti verso il famoso Flatiron Building che purtroppo era rivestito di impalcature in quanto in corso di ristrutturazione. Lì vicino si trova anche il megastore Macy’s, se amate i centri commerciali questo posto è la morte sua, se li odiate entrateci anche solo per vedere una delle prime scale mobili…in legno, affascinante.
Giornata conclusa al MoMA dove si possono vedere dal vivo molte opere famosissime tra cui la note stellata di Van Gogh, sempre che riusciate a raggiungerla dato il notevole numero di turisti intenti a fotografarla…e io a fotografare loro che fotografano. Battute a parte peccato che l’afflusso notevole di gente non permetta di godere appieno certe opere ma del resto non si può pretendere diversamente.
L’intensa giornata si conclude al Top of the Rock ovvero in cima al Rockfeller Center dal quale godere un bellissimo panorama notturno di Manhattan.

Giorno 4

Altro attraversamento di Central Park per visitare l’AMNH ovvero il Museo di Storia Naturale quello del film Una Notte al Museo per intenderci. Molto bello in particolare i diorami nelle teche. Spazio museale enorme visitato piuttosto velocemente perché ci sarebbe da perderci una intera giornata a volerlo visitare per bene. In particolare mi ha colpito il diorama che raffigura l’incontro nel 1660 dei conquistatori olandesi con i nativi americani. Incontro raffigurante una scena semi idilliaca ma sul vetro dei testi spiegavano di riconsiderare questa scena che non rappresenta la realtà dei fatti storici in quanto i conquistatori si comportavano in maniera violenta coi nativi sottolineando inoltre molte distorsioni storiche. Tappa successiva al MET ovvero Metropolitan Museum of Art. Museo enorme e anche in questo caso faccio mea culpa per averlo visitato molto velocemente, per vedere bene e godersi le opere anche qui da dedicarci una giornata. Prendiamo poi la Metro verso Ground Zero. Qui abbiamo visitato l’incredibile parte esterna con i buchi lasciati delle torri gemelle e le loro suggestive cascate d’acqua. Tutt’intorno i nomi delle vittime incisi sul parapetto metallico. Ogni tanto dei fiori infilati nelle incisioni dei nomi, ci hanno spiegato che vengono messe in occasione del giorno del compleanno della vittima. Abbiamo poi visitato il museo che si trova nel sottosuolo e questa visita è stata davvero toccante ed emozionante. Da non perdere assolutamente.
Già che eravamo da quelle parti abbiamo deciso di attraversare il ponte di Brooklin, in realtà volevamo andarci prima ma c’era troppo fila…eh già c’è una notevole massa di gente negli orari di punta. Molto suggestivo come struttura e complice la bellissima giornata si godeva di una fantastica vista. Si arriva al quartiere di Dumbo dove abbiamo cenato all’Empire Stores in un ristorante italiano gestito da personale sudamericano…però ottimi primi con pasta fatta in casa o meglio sul posto. Il tutto in attesa del tramonto che ci ha regalato degli stupendi ed iconici panorami con lo skyline di Manhattan e il ponte di Brooklin.

Giorno 5

Abbiamo percorso la spettacolare Highline che dalla base del grattacielo The Edge si insinua in un lungo percorso sopraelevato in mezzo ai palazzi di Chelsea. Si tratta di un ex percorso della ferrovia adattato a passeggiata urbana. Nel percorso si sono degli scorci davvero suggestivi del quartiere. Alla termine abbiamo visitato la Little Island, una sorta di parco isola artificiale sull’Hudson. Ottimo posto per riprendersi un po’ dalle lunghe camminate. Lì vicino c’è anche il Chelsea Market, un centro commerciale molto “industrial”. Fossero tutti così potrebbero anche piacermi i centri commerciali. Degno di nota il mercatino degli artisti dove comperare degli oggetti artigianali di design in stile newyorkese, si trovano un sacco di idee regalo. Sempre in zona il famoso appartamento di Carrie Bradshow della serie Sex and the City. Tutto il quartiere (Greenwich o West Village) è davvero molto bello, merita passeggiarci in mezzo. Qui non ci sono grattacieli ma dei tipici edifici molti con le scale di sicurezza sulla facciata esterna. Non sembra di essere più a New York. Passaggio sul Hess Triangle un triangolo di terreno (0,18 mq) rimasuglio di un errore di lottizzazione del terreno nei tempi che furono. I proprietari non lo vollero cedere alla muncipalità e ci fecero incidere la famosa frase: “Proprietà della Hess Estate che non è mai stata dedicata a scopi pubblici”. Un simbolo della battaglia sulle proprietà private e gli espropri. Altra tappa per me molto emozionante il civico 3 di Washington Mews, una piccola strada privata con case da due piani. Il civico 3 è la fittizia abitazione del personaggio dei fumetti Marty Mystère. Fumetto di cui sono un accanito lettore e collezionista dal numero 1. Rotta quindi verso la public library dove però non si può entrare (giustamente) per scopi turistici. Ci infiliamo poi nella Grand Central Station, altri luogo iconico di vari film e incredibili esempio di architettura piuttosto maestosa. Verso l’ora blu arriva il momento di salire sul Summit One Vanderbilt. Qui ci si perde in un piano completamente a specchi e vetri e una stanza con i palloni volanti per poi arrivare all’esterno dove godere il tramonto bevendosi un aperitivo. Piuttosto costoso ma esperienza particolare sia per bambini, adulti che per amanti della fotografia. Per i più temerari selfie a sbalzo su un balcone di vetro. Spettacolari le immagini che si creano nel crepuscolo con le luci dei palazzi accese. In particolare la vista del Chrisler Building è quella più suggestiva e iconica di tutte.

Giorno 6

Prendiamo subito la Metro verso il Ferry gratuito che porta a Staten Island ovvero il metodo più economico per avvicinarsi alla statua della Libertà che non siamo riusciti a prenotare in tempo. Andata e ritorno e tappa nel financial district con visita a Wall Street. Quartiere particolarmente denso e che mi ha suscitato un senso di oppressione piuttosto pesante. Lì a fianco cc’è la piccola Trinity Church circondata da un cimitero. Uno dei tanti contrasti di questa assurda città.
Rotta quindi verso Chinatown e dopo esserci persi tra gli edifici del Lower East Side abbiamo attraversato il Manhattan Bridge. Qui non c’era praticamente nessuno e a parte l’assordante rumore quando passava un treno si può ammirare il Brooklin Bridge da una angolazione insolita.
Dopo un’altro passaggio per Dumbo siamo tornati dal Brooklin Bridge che vista l’ora non era più così affollato. Qui ci siamo lasciati conquistare da un artista russo che vende tele disegnate a carboncino con paesaggi di Manhattan. Ci ha fatto anche la cortesia di farci una foto, non abbiamo mai foto insieme.
Torniamo verso Ground Zero dove ci attendeva l’appuntamento per salire sulla cima del One World, l’esperienza meno particolare di tutte. Lo skyline da questa parte di Manhattan non è molto suggestivo e purtroppo non si esce all’aperto. Colpa forse anche della nuvolosità e della conseguente luce non ottimale per fotografare.

Giorno 7

Il giorno della partenza con volo nel tardo pomeriggio. Con i piedi ormai doloranti facciamo un ulteriore giro nel Greenwich Village fermandoci a mangiare in un locale molto suggestivo per poi rilassarci in un parco sulle sponde dell’Hudson, ormai eravamo veramente scarichi di energia.

Conclusioni
Manhattan è un luogo denso di contrasti, in tutti i campi. Da quello architettonico a quello umano. Ricchezza e sfarzo convivono con miseria e povertà. Sembra non esserci una via di mezzo. Si trova di tutto e di più nei massimi eccessi. Chi vive, chi lavora, chi sogna, i turisti, le formiche operaie che tengono in moto questa enorme macchina dalle tre dimensioni…ovunque vi giriate c’è qualcosa da osservare, qualcosa che ti ispira, qualcosa che ti spaventa.
Può piacere o non può piacere ma New York è un racconto surreale della società odierna concentrato in poche decine di km quadrati. Almeno una volta nella vita da vedere, magari anche due.

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