Biennale d’arte 2019 – May you live in interesting times – resoconto fotografico

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Biennale 2019, la volta dell’arte, quella che preferisco ma che quest’anno mi ha abbastanza deluso.

Curata dal newyorchese Ralph Rugoff ha come incipit “May you live in interesting times” e per ammissione del curatore stessonon ha un tema di per sé“. Forse proprio questo è stato il problema. Lasciare all’artista la libertà di interpretare liberamente il modo con cui si osserva la realtà è sicuramente nobile ma di fatto è ciò che già fa l’artista. E’ un po come mettere insieme una compilation senza un tema ma solo con l’intento di fare una compilation.

Ma forse, anzi sicuramente, tutto ciò è opinabile.

Personalmente però la ho trovata, spenta, noiosa, confusa e distratta. Normalmente le opere mi devono prima colpire per il loro impatto visivo, del resto è una mostra, poi per il loro messaggio. Quest’anno è mancato l’aspetto “wow” delle installazioni, quel qualcosa che ti induce poi a capire meglio il messaggio dell’artista. Per un “consumatore” mordi e fuggi come me che in una giornata si fa Arsenale e Giardini la selettività è fondamentale. Non potendo dedicare mezz’ora o più per installazione seleziono ciò che più mi colpisce tralasciando quelle installazioni che non mi colpiscono nell’immediato.

Se avessi la possibilità di visitare la Biennale per più giorni potrei dedicare più tempo ad approfondire le singole installazioni/opere e sicuramente apprezzarle di più. Fondamentalmente però credo che il visitatore medio abbiamo una o forse due giornate a disposizione. Sarebbe compito dell’artista quello di riuscire a dare un messaggio in un minore tempo. Per lo stesso motivo non amo molto tutte quelle installazioni di videoarte che richiedono anch’esse un tempo di fruizione molto lungo. Forse dovrei cominciare ad essere più selettivo a priori, ovvero informarmi prima e visitare solo quello che trovo interessante e dedicargli poi più tempo.

Mah, di fatto la Biennale d’Arte 2019 mi ha lasciato poco diversamente dalle altre edizioni.

Di conseguenza anche dal punto di vista fotografico l’ispirazione è stata poca. Scarni spunti visivi statici. Sono stato più colpito dal dinamismo di alcune opere come racconto nel piccolo video.

Frammenti visivi di Biennale d’Arte 2019
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