Le biennali sono un appuntamento fisso per me da fotografare. Quest’anno era il turno della Biennale d’Arte dal titolo “Il latte dei sogni” curata da Cecilia Alemani. Il titolo si rifà ad un libro per bambini dell’artista surrealista Laura Carrington che racconta di storie con creare ibride e mutanti che terrorizzano gli umani. È il punto di partenza per una ispirazione sui temi dati da affrontare agli artisti presenti (213 da 58 paesi).
“La rappresentazione dei corpi e le loro metamorfosi; la relazione tra gli individui e le tecnologie; i legami che si intrecciano tra i corpi e la Terra”.
Sono le tre aree tematiche che si sviluppano e si fondono nei percorsi dei Giardini e dell’Arsenale.
Come per tutte le biennali una giornata di tempo è sempre troppo poca. Ogni opera, ogni padiglione richiederebbe un tempo congruo per capire il nesso con il tema e per apprezzarne il contenuto.
Un padiglione vuoto come quello della Spagna può apparire come un padiglione vuoto appunto ma nasconde un obiettivo ben preciso legato agli spazi stessi del padiglione. Ironicamente ho fotografato un estintore di quel padiglione giusto per ricordarmi l’opera e che dalle norme sulla sicurezza non si scappa.
Alcune opere colpiscono nell’immediato, altre necessitano di un tempo più approfondito. Preferisco le opere dirette e soprattutto non amo i lunghi video che evito proprio per la mancanza di tempo. Nelle foto cerco di fissare dei dettagli delle opere per poi con calma anche dopo cercare sul web le informazioni sull’opera. L’arte contemporanea ha più spesso la sua bellezza nel concetto presentato che nell’opera in sé. Non sempre però l’opera coglie nell’immediato e considerando che il visitatore medio (come me) non dedica che pochi minuti alla stessa il messaggio si perde ancor prima di esser colto.
Per la prima volta alle Biennali ho trovato la fila. Improponibile il padiglione Italia con una coda stimata di oltre un’ora. Molti i gruppi, spesso fastidiosi perché queste masse si piazzano per parecchio tempo davanti a questa o quell’opera impedendone la visione. Bella trovata invece quella delle guide al volo. Ragazze e ragazzi che riempivano i padiglioni pronti a spiegare le opere.
Le foto che seguono sono una raccolta dei dettagli che personalmente mi hanno colpito di più in questa Biennale d’Arte 2022.