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L’escursione alle Torri del Vajolet sul Catinaccio è una di quelle che rimangono a lungo nella memoria e nel cuore. Sarà perché le Torri del Vajolet e il Catinaccio sono il soggetto che fotografo di più da casa con il teleobiettivo. Ogni volta che le guardo dalla finestra offrono sempre un aspetto unico e affascinante, La luce, le ombre, le nuvole e la stagione le rendono ogni giorno diverse. Ogni volta che le guardo penso che vorrei essere lì e questa escursione porta proprio lì ai piedi delle torri ovviamente sul lato opposto a quello visto da Bolzano.
L’escursione parte da Pozza di Fassa in Trentino. La funivia porta rapidamente in quota ai 2.000 metri del Rifugio Ciampedie da dove parte la camminata. Si prosegue attraverso dei bellissimi boschi, una ricca vegetazione e soprattutto circondati dalle cime dolomitiche. Dopo una tranquilla camminata si giunge al Rifugio Gardeccia. Da qui la strada comincia a salire fino ai 2.243 metri del Rifugio Vajolet. La vegetazione è ormai diradata e si comincia a godere dell’aspetto maestoso del massiccio del Catinaccio.
In prossimità del rifugio parte il sentiero 542 che porta direttamente al Rifugio Re Alberto I° a 2.621 metri. Questo ultimo tratto è il più duro ma anche il più spettacolare. Ci si arrampica letteralmente sulle rocce in un sentiero attrezzato fino al cuore del Catinaccio ai piedi delle Torri del Vajolet. La soddisfazione qui è massima. Le nubi veloci si disfano e si ricompongono in istanti contro le guglie dolomitiche. Giocano con i raggi del sole lasciando che questi creino giochi di ombre e luci con le nude rocce. Neppure la fotografia riesce a raccontare questi istanti troppo dinamici per essere raccontati in un solo istante.
Il ritorno avviene per la stessa strada. Vista l’ora tarda del rientro, dovuta al voler sfruttare ogni attimo di luce in quota da Ciampedie a Pozza di Fassa siamo poi scesi lungo il sentiero. Rientro al buio con le torce.
Escursione fattibile con un minimo di allenamento. Il pezzo più duro è comunque abbastanza avventuroso per cui anche i bambini lo affrontano senza grandi difficoltà. Del resto a loro non manca di certi la forza quanto la voglia.
Da rifare sicuramente magari con pernotto sul luogo e ritorno attraverso altre strade.