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Da Obereggen il sentiero 11 conduce in parte nel bosco e in parte su strada fino a passo Lavazè. Non una camminata particolarmente affascinante se non ché passa proprio in mezzo al bosco dilaniato dal disastro della tempesta Vaia di fine ottobre 2018. Il sentiero è interrotto dagli alberi caduti in più punti ed è necessario “inventarsi” un po’ la strada per riuscire a passare. Il fondo ghiacciato non aiuta ma nulla di impossibile. Sulla strada ci si imbatte nelle enormi cataste degli alberi già tagliati, puliti e pronti per essere rimossi. Quello che colpisce di più sono le enormi radici divelte dal terreno. Uno scenario davvero incredibile che merita di essere visto dal vivo. Ci si rende conto di come la forza del vento può essere veramente distruttiva. Vedere in foto i monconi degli alberi spezzati non rende così bene l’idea come essere lì a guardarli, a sentire l’odore della resina che impregna l’aria a sentire il profumo dei rami di abete che formano un vasto tappeto. A tratti il sentiero non si distingue più. In lontananza rumori di motosega, il lavoro non si ferma neanche di domenica.
Lasciati i boschi di Obereggen, dopo un tratto sulla strada statale, si cambi provincia. Ironicamente il cartello che segna il confine della Provincia ci fa capire che i confini politici non hanno nessun senso per la natura. Sempre più ironicamente si apre lo scenario di Passo Lavazè dove un bellissimo panorama, delle splendide piste da fondo e una bianca neve rendono veramente suggestivo il paesaggio. Qui gli sciatori percorrono una giornata felice sulle piste ma si nota bene che gli sguardi volgono tristemente ai pezzi di bosco che non ci sono più.
Lasciato passo Lavazè, luogo in cui sembra che il tempo si sia fermano negli anni settanta, abbiamo percorso il Sentiero delle Perle fino a Malga Ora punto di svolta della escursione. Questo sentiero è stato quasi totalmente liberato dagli alberi cauti, fortunatamente qui molto pochi. Poco prima di Malga Ora bisogna proprio passare in mezzo ad un enorme abete che sbarra la strada.
Il ritorno avviene per lo stesso percorso che con la diversa luce del giorno che va verso il tramonto è ancora più bello ed allo stesso tempo aumenta il senso di tristezza.
Quasi 18 chilometri per 6 ore di camminata che fanno male al cuore ma fanno bene alla mente. Una coscienza più ecologica nasce anche da queste esperienze.